la trottola
"Il gioco della trottola" Saletta dei Giochi - XVI sec.
La trottola, solitamente fatta di legno duro, è a forma di cono con una punta di ferro ad una estremità che viene fatta girare tirando con forza un filo avvolto intorno ad essa.
Origine e diffusione
(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
La trottola era un giocattolo diffuso tra i Greci e Romani: è nominata, ad esempio, da Callimaco e anche Catone,il noto Censore romano, la consigliava come passatempo per bambini, che a suo parere avrebbero invece dovuto evitare i dadi.
I Romani la chiamavano "turbo" e il gioco all'epoca era particolare: pare che si disegnasse per terra un grande cerchio diviso in dieci settori numerali, ad ognuno corrispondeva un punteggio, e lo scopo del gioco era far roteare la trottola nel centro, raggiungendo così il massimo punteggio.
Attorno al XIV secolo si ha la massima diffusione della trottola, specie in Inghilterra, dove era abbinata addirittura a certe cerimonie religiose. Il Martedì Grasso si organizzavano corse di trottole lungo le strade delle parrocchie e, quando una trottola smetteva di girare, veniva riposta fino all'anno successivo.
Le trottole erano diffuse anche tra gli indiani del Nord e del Sud America da molto prima dell'arrivo di Colombo. Gli Inut, una popolazione del Nord, cercavano di far fare alle trottole un giro completo delle loro abitazioni soprattutto in inverno. Particolarmente in Giappone è diffusa la produzione artigianale di questo giocattolo. Molti di questi sanno creare trottole "partorienti", ovvero che ne liberano altre più piccole durante il loro giro. Nel Borneo e nella Nuova Guinea dopo la semina i contadini fanno girare le trottole per stimolare la crescita dei germogli.
da Pinterest
Attorno alla trottola viene avvolta una cordicella, in modo da formare una spirale che va dalla punta (in metallo) alla parte più alta e larga che permette, nell'atto del lancio, di far ruotare la trottola.
Si effettua il primo lancio insieme e la prima trottola che si ferma, resta sotto (rimane a terra); l'altro dovrà cercare di colpire la trottola rimasta a terra sia nel lancio che dopo, fino a quando la sua non termina di ruotare; quando questa si ferma, rimane lei "sotto" e l'altro concorrente va all'attacco.Il gioco a volte dura tantissimo, e tutto sta nella bravura dei concorrenti, nella punta della trottola e nel legno di cui è fatta; - l'obiettivo è distruggere la trottola dell'avversario, il vincitore terrà con se la punta della trottola persa e come potete ben capire chi più colleziona "trofei di guerra" è più temuto.
Tre sono i tipi di curuddhri: curuddhru propriamente detto, mathrecòcula e pinnetta.
Lu curuddhru ha forma conica, la base del quale è sormontata da un cerchietto rotondo, la chìrica, il vertice termina con una punta d’acciaio.
A morte: sempre la solita operazione. Però in questo caso lu curuddhru viene lanciato a picco, in senso verticale, sul terreno da gioco.
La cosa si complica se subentra la mathrecòcula; e qui è messa a dura prova l’intelligenza del ragazzo, perché, in breve tempo, deve calcolare traiettoria, distanza, tempo e raggio d’azione per poter colpire il bersaglio.
Si traccia allora per terra un cerchio, ed il gioco diventa più difficile se il cerchio è più piccolo di diametro. Dapprima si fa fitare nel cerchio la mathrecòcula, poi ogni giocatore deve colpirla tirando a morte la pinnetta o lu curuddhru. Se l’una o l’altro riesce a colpire in pieno la mathrecòcula accade spesso che quest’ultima si spacchi in due.