lo schioppetto
giochi con oggetto
Lo "schioppetto" costruito con il sambuco
Da: Scuola Primaria Barlassina (Provincia Monza-Brianza)- Testimonianze di Nonni Amalia, Teresa, Agostino, Enea e Gabriele
<<...Sempre con il legno (di sambuco, con l’anima molto morbida) i maschietti costruivano lo “schiupet”(piccolo schioppo) con un foro, all’interno del quale si mettevano delle bacche da lanciare fuori con forza>>
ABRUZZO: Schizzo (schezzette, schiuppettuòle, scarecaréjje, scuzzate'ur)
Da: Comune di Collelongo -Terre Marsicane - MUSEI E MOSTRE - Percorso museale della civiltà e dell'arte Contadina - Giochi popolari - Testi dell'avvocato Walter Cianciusi
<<...I SCHIZZE (D.A.M.* non conosce schizze come giocattolo, ma riporta il termine col significato ”schizzare” che pure adegua il nome del giocattolo allo ”schizzare” del proiettile.) A Villavallelonga L’attrezzo e chiamato scarecareglie (forse dal fatto che ”scarica” il proiettile). D.A.M. riporta scarecarelle come ”cerbottana”. Cannoncino ad aria compressa che sparava proiettili di stoppa. Lo si realizzava tagliando da un ramo di sambuco del diametro di circa tre centimetri un pezzo lungo 20-25 cm.; si toglieva ad esso ”L’anima” cioè la parte interna, il midollo, morbida e leggera e si otteneva cosi L’affusto del cannoncino, del calibro di circa un centimetro. Poi si tagliava da un rametto – solitamente di corniolo, che ha legno duro un tratto lungo poco meno della canna del cannone e di spessore tale da entrare nella detta canna. A parte si confezionavano i proiettili, costituiti da stoppa o filamenti di spago, masticati a lungo per renderli compatti. Introdotto un proiettile nella canna, con il bastoncello lo si spingeva molto avanti; quindi si introduceva nella canna un secondo proiettile e poi si introduceva il bastoncello: A quel punto, afferrato il cannoncino con le due mani, il bambino premeva contro il proprio petto il bastoncello che, entrando di scatto nella canna spingeva il secondo proiettile, sicché il primo, sospinto dall’aria compressa, usciva di scatto, col rumore di un piccolo scoppio, mentre L’altro, che aveva compresso L’aria, si sostituiva al proiettile espulso, rimanendo sulla bocca del cannone pronto ad essere espulso nel tiro successivo. Si giocava a chi facesse i lanci più lunghi...>>
*D.A.M. - E. Giammarco - Dizionario Abruzzese Molisano - Ed. dell’Ateneo – Roma, Voll, 4.
<<...I SCHIZZE (D.A.M.* non conosce schizze come giocattolo, ma riporta il termine col significato ”schizzare” che pure adegua il nome del giocattolo allo ”schizzare” del proiettile.) A Villavallelonga L’attrezzo e chiamato scarecareglie (forse dal fatto che ”scarica” il proiettile). D.A.M. riporta scarecarelle come ”cerbottana”. Cannoncino ad aria compressa che sparava proiettili di stoppa. Lo si realizzava tagliando da un ramo di sambuco del diametro di circa tre centimetri un pezzo lungo 20-25 cm.; si toglieva ad esso ”L’anima” cioè la parte interna, il midollo, morbida e leggera e si otteneva cosi L’affusto del cannoncino, del calibro di circa un centimetro. Poi si tagliava da un rametto – solitamente di corniolo, che ha legno duro un tratto lungo poco meno della canna del cannone e di spessore tale da entrare nella detta canna. A parte si confezionavano i proiettili, costituiti da stoppa o filamenti di spago, masticati a lungo per renderli compatti. Introdotto un proiettile nella canna, con il bastoncello lo si spingeva molto avanti; quindi si introduceva nella canna un secondo proiettile e poi si introduceva il bastoncello: A quel punto, afferrato il cannoncino con le due mani, il bambino premeva contro il proprio petto il bastoncello che, entrando di scatto nella canna spingeva il secondo proiettile, sicché il primo, sospinto dall’aria compressa, usciva di scatto, col rumore di un piccolo scoppio, mentre L’altro, che aveva compresso L’aria, si sostituiva al proiettile espulso, rimanendo sulla bocca del cannone pronto ad essere espulso nel tiro successivo. Si giocava a chi facesse i lanci più lunghi...>>
*D.A.M. - E. Giammarco - Dizionario Abruzzese Molisano - Ed. dell’Ateneo – Roma, Voll, 4.
Sambucus
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto, che viene raccolto ed usato per includere e poi sezionare parti vegetali da osservare al microscopio. Inoltre questo tipo di legno viene utilizzato per costruire le palline formanti un pendolo di Canton; oppure viene impiegato per costruire giochi popolari di origine contadina come la cerbottana e lo "scioparolo" (in Veneto) "schioppo/fucile" o "schioccapalle" (in Toscana), in cui tagliandone un ramo di diametro 4-5 cm e di lunghezza 20-25 cm viene tolto il midollo ed inserito al posto di esso un ramo poco più lungo e di pari diametro del midollo appena tolto.
Facendo scorrere velocemente al suo interno il rametto fa partire una pallina di canapa arrotolata precedentemente inserita e posta estremità dello "scioparolo". Era un gioco povero e antico di cui oramai si sono quasi perse le tracce. Viene scelto questo tipo di legno per la sua estrema leggerezza. La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle
Giochi antichi - Schioppetto
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Con la cannahttps://www.youtube.com/watch?v=VIDyeXhV9h0
DA La nostalgia dei vecchi giochi ... di una volta!
https://digilander.libero.it/palena/ga.htm
PALENA Comune siciliano
SCUZZATE'UR
Questo era un passatempo ormai passato di moda e al giorno d’oggi "ben difficilmente" praticabile!!! Infatti si prendeva una pianta di sambuco (per le Tajate se ne trovavano molte), se ne traeva un pezzo di tronco di 30/40 cm., si vuotava accuratamente il suo midollo così da farne una liscia "canna da sparo" e poi con una "m’sell’ " (il proiettile di legno, impastata con la canapa, si "caricava" come un mortaio questo "ordigno" chiamato appunto SCUZZATUR’ che posto in genere sul petto lanciava le sue m’sell’ a tutta velocità ….