il gioco di Meraglja - GIOCO POPOLARE

bambini che giocano con la corda
Il gioco popolare
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il gioco di Meraglja

filastrocche
Il gioco di “Meraglja”
Di Silvio Falato

-Ragazzi, volete che vi insegni il gioco di “Meraglja” ?
Se siete pronti cominciamo…su…su!
Ennio, Vinicio, Ernesto, Mario, Carlo, Giuseppe, Angelo, Giovanni, Renato, Marino… più ne siete, meglio e’ ! Scegliamo un posto tranquillo. –
– Ernesto si piazza al centro e si siede a terra o magari, più comodamente, su un gradino e voi lo attorniate, disponendovi a cerchio ampio intorno a lui; lo chiamerete “Mamma”. Ernesto è stato designato nel ruolo principale, perché conosce molti indovinelli e ve li proporrà uno alla volta. “Meraglja”, infatti, è il gioco basato sugli indovinelli.
Continuiamo...
Sistemato Ernesto, voi altri "buttate il tocco": per me... per me... e fate la conta: uno,due, tre... - La sorte bacia Vinicio: spetterà a lui rispondere per primo. Se non dovesse riuscirvi cederà il turno a Ennio, che è risultato secondo nella conta, e così....di seguito - .
La "Mamma", cioè Ernesto, ha in mano un bel fazzoletto e vi fa nodi stretti stretti.
Vinicio, il primo sorteggiato, si avvicina e la "Mamma" glielo tende, invitandolo a reggere la punta, e lei lo trattiene dalla parte dei nodi. Lo afferrano quindi insieme, nel momento solenne in cui Ernesto declama l'indovinello. Eccolo:
Qwatte sore stann'assettate Quattro sorelle stanno sedute E so' l'una diverza da l'ata: E sono l'una diversa dall'altra:
Ki porta scjura ki porta frutte Chi porta fiori chi porta frutti
Ki porta fronne e neve pe' tutte. Chi porta foglie(morte) e neve per tutti.
Vinicio sbarra gli occhi....si guarda intorno...ma nessuno può suggerire. Azzarda due,
tre risposte...niente... e giù gran risate. Poi finalmente: "Le quattro stagioni!"ndovina. Per fortuna gli è andata bene.
"Meraglja! Meraglja!" Gli grida soddisfatta la "Mamma". Vuol dire "Medaglia!
Medaglia! Meriti una medaglia".
Il premio consiste nel ricevere il fazzoletto coi nodi, col quale colpire sulle spalle i
compagni, che intanto se la danno a gambe. Vinicio lo afferra vittorioso e inizia
l'inseguimento. Ecco, raggiunge Mario, ma questo è ancora più lesto e scansa i
colpi...
Angelo e Renato gli sono vicini... fanno gli audaci, avanzano e burlano Vinicio, ma
egli è più furbo, li avverte alle spalle, fa finta di niente...poi si gira di scatto e...
"puff, puff". Come fanno male quei nodi! Provare per credere! È un rincorrersi
continuo, una travolgente esplosione di allegria!
Ma ecco, all'improvviso, la "Mamma" urla: "Re cjucce ent'a la paglja!" (L'asino nel
pagliaio!) È un ordine perentorio per Vinicio: deve subito ritornare da lei, nella
"tana"! Bisogna obbedire. Egli non può più colpire nessuno e ai compagni è
concesso prendersi la rivincita su di lui. Sono loro in questa seconda fase che
cercano di acciuffarlo mentre sta ritornando dalla "Mamma" e hanno la facoltà
di somministrargli tanti schiaffetti sulle spalle: "zap...zap!" se riescono a
raggiungerlo, s'intende!
- Colpi con le mani a volontà, ma senza calci e pugni: nel gioco ognuno esprime la
propria vivacità, sempre con intelligenza, garbo e buon gusto... mi raccomando,
ragazzi! -
Finalmente Vinicio riesce ad arrivare dalla sua adorata "Mamma". Si siede accanto a
lei sfinito e consegna soddisfatto il fazzoletto. Ha concluso con onore la sua
fatica.
La "Mamma" concede a tutti qualche attimo di tregua, giusto il tempo di dare una
controllatina ai nodi e stringerli ancora un po' per sicurezza. Presto richiama tutti
all'ordine, ha già pronto un altro simpatico indovinello. Tocca a Ennio:
Ce sta 'na mentagnella, Ci sta una montagnella,
Fatta tutta de renella: Fatta tutta di sabbiolina:
Taneccjolle da kka e da lla', Piccole tane di qua e di là,
Qwanta vastase a fateka'!. Quanti facchini a faticare!
"Meraglja! Meraglja!" Ennio ha risposto bene immediatamente: "Il formicaio". E il
gioco ricomincia e continua... finché c'è scorta di indovinelli e di entusiasmo.
- Ora... Ennio, Ernesto, Angelo... sedetevi accanto a me... provate a immaginare! Li
vedete? I ragazzi di una volta sono nella piazzetta, impegnati nel gioco di
"Meraglja". Corrono scalzi, i pantaloni rattoppati.
Quel vecchietto, lì in fondo, seduto davanti casa, dapprima li scacciava, ma essi sono
riusciti ad addolcirlo e finiscono per adoperarlo come scudo, girandogli intorno.
Il nonno gioisce in cuor suo e, imparziale, offre a tutti qualche attimo di
protezione dietro la sua schiena, tenendo lontano col bastone "il picchiatore".
Terminato il gioco, si riposano sotto la chioma ombrosa del gigantesco ippocastano.
Ora stanno guardando verso di noi, divenuti timidi all'improvviso; sembrano
voler dire qualcosa, ascoltiamoli!
Ci stanno chiedendo di fare amicizia col passato. Che ne dite? -
- Evviva! Evviva! Proviamo a reinventare il gioco di "Meraglja".
Silvio Falato - Il gioco di Meraglja”
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